Il problema degli autovalori per equazioni differenziali ordinarie di quarto ordine è cruciale in numerosi ambiti dell'ingegneria, in particolare nel contesto delle vibrazioni di strutture. La formulazione di questi problemi può portare a una comprensione più profonda dei fenomeni fisici che si verificano in strutture complesse, come travi non omogenee e altri materiali. In questo capitolo, esploreremo il problema degli autovalori per un'equazione di quarto ordine, fornendo un'analisi dettagliata delle condizioni al contorno, delle soluzioni asintotiche e delle applicazioni pratiche nel contesto delle vibrazioni.

Consideriamo il problema agli autovalori per la seguente equazione differenziale ordinaria di quarto ordine:

r(x)u(x)=λm(x)u(x),0<x<lr(x) u''(x) = \lambda m(x) u(x), \quad 0 < x < l

dove r(x)r(x) e m(x)m(x) sono funzioni lisce e positive, rispettivamente, con r(x)η12>0r(x) \geq \eta_1^2 > 0 e m(x)η2>0m(x) \geq \eta_2 > 0. Questa equazione è associata alle vibrazioni libere di una trave di tipo Euler-Bernoulli, non omogenea.

Le condizioni al contorno più tipiche per questo tipo di problema sono:

  • Estremità incastrata: u=u=0u = u' = 0

  • Estremità appoggiata: u=u=0u = u' = 0

  • Condizioni di Rayleigh (estremità scorrevole): u=(ru)=0u' = (r u'')' = 0

  • Estremità libera: u=(ru)=0u'' = (r u'')' = 0

Il nostro obiettivo è esaminare un problema agli autovalori con le seguenti condizioni al contorno:

u(0)=u(0)=u(l)=u(l)=0u(0) = u'(0) = u(l) = u'(l) = 0

Per risolvere questo problema, possiamo considerare uno spazio di Hilbert V=H02(Ω)V = H_0^2(\Omega), dove Ω={x:0<x<l}\Omega = \{ x : 0 < x < l \} è lo spazio H=L2(Ω)H = L^2(\Omega), e V=H2(Ω)V' = H^{ -2}(\Omega). Definiamo gli operatori AA e BB, rispettivamente, come segue:

Au(x)=r(x)u(x),Bu(x)=m(x)u(x)A u(x) = r(x) u''(x), \quad B u(x) = m(x) u(x)

Si può facilmente osservare che l'operatore AA è simmetrico. Considerando le condizioni al contorno, otteniamo:

0l(Au,u)dx=0lr(x)(u)2(x)dxconstuH22\int_0^l (A u, u) \, dx = \int_0^l r(x) (u'')^2(x) \, dx \geq \text{const} \| u \|^2_{H^2}

Quindi, l'operatore AA è simmetrico e coercitivo, il che implica che possiede un insieme numerabile di autovalori positivi che tendono all'infinito.

Per le condizioni al contorno incastrato-libero, la soluzione diventa più complessa, ma si può comunque definire una forma debole della soddisfazione delle condizioni al contorno. Prendendo in considerazione le condizioni u(0)=u(0)=0u(0) = u'(0) = 0 e u(l)=(ru)(l)=0u''(l) = (r u'')' (l) = 0, possiamo procedere a integrare per parti e ottenere la forma debole delle condizioni al contorno.

Nel caso di un problema inverso, in cui vogliamo determinare le funzioni sconosciute r(x)r(x) e m(x)m(x) a partire dagli autovalori, la sfida diventa quella di ricostruire queste funzioni utilizzando tre spettri distinti. Questi spettri sono associati alle diverse condizioni al contorno, e sono noti come λk\lambda_k, μk\mu_k, e σk\sigma_k. Le condizioni di interlaccio valide per questi spettri sono le seguenti:

λk<σk<μk\lambda_k < \sigma_k < \mu_k

Il nostro obiettivo è mostrare che le funzioni r(x)r(x) e m(x)m(x) possono essere ricostruite univocamente da questi tre spettri. Per risolvere il problema inverso, definiremo delle funzioni ausiliarie φ(x,λ)\varphi(x, \lambda), ψ(x,λ)\psi(x, \lambda), u(x,λ)u(x, \lambda), e v(x,λ)v(x, \lambda), che sono soluzioni all'equazione di quarto ordine e soddisfano particolari condizioni di Cauchy.

Le condizioni al contorno per queste funzioni includono:

  • φ(0,λ)=1\varphi'(0, \lambda) = 1, φ(0,λ)=φ(0,λ)=(rφ)(0,λ)=0\varphi'(0, \lambda) = \varphi''(0, \lambda) = (r \varphi'')'(0, \lambda) = 0

  • ψ(0,λ)=0\psi(0, \lambda) = 0, ψ(0,λ)=1\psi'(0, \lambda) = 1, ψ(0,λ)=(rψ)(0,λ)=0\psi''(0, \lambda) = (r \psi'')'(0, \lambda) = 0

Con queste condizioni e utilizzando l'espansione in serie, possiamo determinare le radici di un'equazione che rappresentano gli autovalori λk\lambda_k.

In sintesi, risolvere il problema inverso in presenza di equazioni differenziali di quarto ordine comporta una comprensione profonda delle condizioni al contorno, delle soluzioni asintotiche e delle proprietà degli autovalori. La possibilità di ricostruire le funzioni sconosciute r(x)r(x) e m(x)m(x) a partire dai dati spettrali rappresenta una delle applicazioni più avanzate in questo campo, con implicazioni significative per la progettazione di strutture complesse e la loro analisi dinamica.

Come la metodologia della recettanza è utilizzata nell'assegnazione degli autovalori: Un'applicazione alla stabilità strutturale

La stabilità di un sistema strutturale può essere descritta tramite la posizione degli autovalori nel piano complesso, dove la parte immaginaria determina le frequenze di vibrazione e la parte reale rappresenta l'instabilità o la stabilità del sistema. L’assegnazione degli autovalori utilizzando la metodologia della recettanza è uno strumento fondamentale nella progettazione e nella valutazione della sicurezza strutturale, in particolare in sistemi aerodinamici come quelli utilizzati nel campo aeroelastico. Questo approccio si basa sull’analisi della funzione limite e sull’integrazione delle incertezze dei parametri di modifica per calcolare la probabilità di instabilità, come nel caso del flutter.

La funzione limite, che separa le regioni stabili da quelle instabili, può essere proiettata nel piano delle modifiche (θ-plane) in funzione della frequenza del sistema. Ogni soluzione di questa proiezione indica un passaggio tra stabilità e instabilità, con ciascun incrocio della coppia di autovalori lungo l'asse immaginario che corrisponde a una transizione di stato. Se l'incertezza delle modifiche è rappresentata tramite una funzione di densità di probabilità (pdf), la probabilità di flutter può essere calcolata integrando la pdf del parametro di modifica sulle regioni instabili.

Un esempio numerico che illustra questo concetto riguarda un sistema aeroelastico descritto da equazioni di moto che includono masse strutturali, viscosità aerodinamiche e rigidezze. La probabilità di flutter in questo contesto può essere calcolata utilizzando un modello che incorpora incertezze nelle masse di plunge e nei momenti di inerzia di pitch. Per calcolare la probabilità di instabilità, si ottiene una funzione limite che dipende da queste incertezze, come mostrato nell’esempio numerico. La soluzione di questa funzione tramite ottimizzazione fornisce il punto di instabilità più probabile, determinando la probabilità di flutter. La precisione del modello viene verificata tramite simulazioni Monte Carlo, ottenendo una probabilità molto simile al risultato teorico, confermando l'affidabilità della metodologia.

In un contesto sperimentale, la stessa metodologia viene applicata a una sezione di profilo aeroelastico stampato in 3D, misurando le risposte di recettanza in un tunnel del vento a bassa velocità. Il sistema viene perturbato tramite eccitazioni sinusoidi e le risposte vengono registrate per analizzare la stabilità del sistema. Le incertezze strutturali vengono introdotte modellando la modifica dei parametri di rigidità in pitch e plunge, e la funzione limite risultante viene utilizzata per calcolare la probabilità di flutter anche in un contesto reale, con risultati coerenti con quelli numerici.

Un aspetto cruciale che emerge da questi esempi è che, quando la rank della modifica è maggiore di uno, l’assegnazione degli autovalori diventa un problema di ottimizzazione non lineare. Seppur possibile una linearizzazione, essa porta a una soluzione di minimi quadrati che potrebbe non essere la più precisa. In questi casi, la massima quantità di autovalori che possono essere assegnati è pari alla rank della modifica, il che implica che modifiche di grande entità, come l’aggiunta di massa o l’introduzione di una trave, potrebbero richiedere misurazioni aggiuntive per comprendere appieno le dinamiche rotazionali del sistema.

Inoltre, è essenziale comprendere che la metodologia della recettanza non è limitata all'ambito della modifica strutturale fisica. È stata applicata anche al controllo attivo delle vibrazioni, dove l'assegnazione degli autovalori può essere effettuata separando quelli che devono essere spostati in posizioni desiderate nel piano complesso, riducendo così la possibilità di fenomeni di spillover. L'approccio, noto come "partial pole placement", è stato studiato per ridurre l’energia necessaria per ottenere il controllo desiderato, minimizzando allo stesso tempo i guadagni di controllo. Diverse ottimizzazioni basate su gradienti e metodi robusti sono stati proposti per migliorare la precisione e l'affidabilità della tecnica, specialmente per sistemi complessi con più parametri e incertezze.

Nel contesto di un controllo attivo, la metodologia della recettanza offre vantaggi significativi nell'assegnazione degli autovalori in sistemi dinamici complessi. La ricerca continua su come minimizzare la sensibilità degli autovalori chiusi rispetto a variazioni nei parametri strutturali o nei dati misurati rappresenta un importante passo avanti verso applicazioni più stabili e precise in ingegneria strutturale e controllo delle vibrazioni.

Come si ricostruisce la densità di massa ρ(z) nei problemi inversi di imaging fotoacustico con agenti di contrasto risonanti?

La ricostruzione della funzione densità di massa ρ(z)\rho(z) nel contesto dei problemi inversi di imaging fotoacustico che impiegano nanoparticelle elettromagnetiche come agenti di contrasto si basa su un’analisi precisa del comportamento della pressione acustica in prossimità dei tempi di arrivo interni τ(x,z)\tau(x, z). Quando ss si avvicina a τ(x,z)\tau(x, z), l’espressione integrale che descrive la pressione può essere ridotta e analizzata per isolare un termine dominante che dipende direttamente da α1(x,z)\alpha^{ -1}(x, z), il cui legame con ρ(z)\rho(z) è noto attraverso formulazioni esplicite. In particolare, l’elemento cruciale risiede nella relazione che lega la densità di massa alla funzione α1\alpha^{ -1}, che viene estratta tramite un’espressione integrale del tipo:

Dεpα1(x,z)τ(x,z)u1(y)2dy\int_D \varepsilon_p \, \alpha^{ -1}(x, z) \, |\nabla \tau(x, z)| \, |u_1(y)|^2 \, dy

Questa forma evidenzia come la conoscenza di τ(x,z)\tau(x, z), della permittività εp\varepsilon_p, e del campo acustico u1(y)u_1(y) permetta, in maniera diretta, la ricostruzione di α1(x,z)\alpha^{ -1}(x, z) e, dunque, di ρ(z)\rho(z). In tale contesto, la funzione τ(x,z)\tau(x, z), che rappresenta il tempo di arrivo del segnale acustico interno, gioca un ruolo fondamentale: essa viene recuperata osservando il comportamento temporale della pressione registrata nei sensori posti sul bordo del dominio, e successivamente utilizzata, insieme all’equazione di Eikonal, per determinare la velocità del suono nel mezzo.

Il passaggio successivo consiste nell’analisi della dipendenza della pressione rispetto alle frequenze incidenti. Tale studio consente di identificare le frequenze risonanti plasmoniche, le quali sono fortemente correlate con la permittività del mezzo. Attraverso formulazioni esplicite, queste frequenze rivelano informazioni dettagliate sulla struttura interna, anche in regioni dove l’assorbimento del tessuto è trascurabile. È in questo senso che l’imaging fotoacustico incoerente, che si avvale di agenti di contrasto, si pone come complemento rispetto all’imaging coerente classico, permettendo l’identificazione di anomalie anche in condizioni di assorbimento minimo.

La procedura di ricostruzione si completa con il calcolo del gradiente logaritmico della funzione densità di massa, utilizzando espressioni del tipo:

gx(y)=(x,y)log(c2ρ(ξ)),dξ=log(c2ρ(y))log(c2ρ(x))g_x(y) = \int_{\overrightarrow{(x,y)}} \langle \nabla \log(c^2 \rho(\xi)), d\xi \rangle = \log(c^2 \rho(y)) - \log(c^2 \rho(x))