Swarm City, un servizio decentralizzato che punta a ridurre il controllo delle piattaforme centralizzate come Uber, offre un interessante modello di business basato sulla blockchain. La sua proposta di valore risiede nell'eliminare le commissioni che Uber impone ai suoi autisti, che vanno dal 20 al 30 percento per ogni corsa. In Swarm City, i conducenti non dovranno più rinunciare a una parte significativa dei guadagni, poiché la piattaforma è progettata per operare senza intermediari centralizzati. Questo potrebbe attrarre un numero maggiore di autisti, creando così una rete più ampia e, di conseguenza, un miglior servizio per gli utenti finali. Con un numero maggiore di conducenti, la disponibilità delle auto aumenterebbe, migliorando l'efficienza del servizio e aumentando la soddisfazione dell'utente.
Il concetto alla base di Swarm City è simile a quello di altre piattaforme basate su blockchain come Steemit o Yours, dove i creatori di contenuti sono direttamente ricompensati. In modo analogo, Swarm City offre una maggiore remunerazione agli autisti, riducendo le commissioni e creando un ambiente economico che premia direttamente chi fornisce il servizio. Questo non solo incentiva l'ingresso di nuovi autisti, ma potrebbe anche far crescere la base utenti, aumentando il valore complessivo della piattaforma attraverso il principio di rete: più sono i partecipanti, maggiore è il valore generato.
Tuttavia, la vera domanda resta: quanto riuscirà a fare Swarm City per superare giganti come Uber nel lungo periodo? La concorrenza non si limita solo al modello economico, ma anche alla stabilità della piattaforma e al suo livello di adozione. Un vantaggio di Swarm City potrebbe risiedere nella sua natura decentralizzata che riduce i rischi di centralizzazione e di abusi di potere da parte di un singolo ente. Tuttavia, bisogna considerare che Uber ha una rete consolidata, una tecnologia affinata nel tempo e una base utenti enorme, che rende difficile la sua sostituzione, almeno nel breve termine.
Un aspetto fondamentale da comprendere quando si analizza una piattaforma decentralizzata come Swarm City è che l'adozione della tecnologia stessa non garantisce automaticamente il successo. Ad esempio, molte criptovalute hanno visto un aumento rapido nella loro adozione, ma altrettanto velocemente hanno visto il loro valore crollare quando problemi tecnici o mancanza di supporto da parte della comunità hanno ostacolato il loro sviluppo. L'esempio di The DAO nel 2016, che ha visto un rapido declino a seguito di una vulnerabilità nel codice, è un monito per tutti gli investitori e gli sviluppatori di piattaforme emergenti.
Un altro aspetto critico riguarda l'interazione tra i valori speculativi e utilitaristici di un cryptoasset, come nel caso di Bitcoin. La sua utilità, ad esempio, risiede nella capacità di trasferire valore in modo sicuro e veloce, senza la necessità di intermediari. Tuttavia, gran parte del valore di Bitcoin è legato alla speculazione sul suo futuro. Ciò crea un ciclo in cui la domanda di Bitcoin continua a crescere, alimentata dalla speculazione sul suo aumento di valore. Allo stesso modo, Swarm City potrebbe attirare utenti e autisti inizialmente grazie alla promessa di guadagni più elevati, ma la vera sostenibilità a lungo termine dipenderà dal suo valore intrinseco, ovvero dalla sua capacità di mantenere un ecosistema efficiente e decentralizzato, che vada oltre la mera speculazione.
La valutazione di un cryptoasset dipende, quindi, da due fattori principali: il suo valore d’uso e il suo valore speculativo. Il valore d’uso si riferisce alla capacità del cryptoasset di risolvere un problema o di migliorare un servizio esistente. Per Bitcoin, ad esempio, il suo valore d’uso è evidente nella capacità di trasferire denaro rapidamente e senza confini geografici. Swarm City, con la sua proposta di eliminare le commissioni degli intermediari centralizzati, offre un valore simile, migliorando l’efficienza del trasporto urbano. Tuttavia, è necessario capire come il valore speculativo influisca sul successo a lungo termine: più la comunità percepisce il cryptoasset come utile e stabile, più è disposta a mantenere e supportare la piattaforma, generando così un aumento della sua adozione.
La riflessione finale riguarda il fatto che, nonostante il potenziale delle piattaforme decentralizzate come Swarm City, la sfida principale rimane quella di costruire una base solida di utenti e di investitori che siano disposti a supportare il progetto nel lungo periodo. L'infrastruttura tecnologica deve essere robusta e priva di difetti, e la comunità deve rimanere impegnata, anche di fronte a difficoltà o a cambiamenti imprevisti nel mercato. Se questi aspetti vengono affrontati correttamente, Swarm City potrebbe rappresentare una vera alternativa decentralizzata a servizi come Uber, ma il cammino sarà lungo e difficile.
Quali sono migliori: gli ETF o gli ETN?
Gli ETF (Exchange Traded Funds) e gli ETN (Exchange Traded Notes) sono strumenti finanziari che permettono agli investitori di accedere facilmente a diversi mercati e asset senza la necessità di acquistare direttamente i titoli sottostanti. Sebbene condividano alcune somiglianze, ci sono differenze sostanziali che possono influire sulla scelta tra i due, a seconda delle necessità e degli obiettivi dell'investitore.
In teoria, un ETN dovrebbe seguire da vicino il valore dell'indice sottostante, ma, a differenza degli ETF, l'emittente di un ETN ha una certa flessibilità nel regolare l'emissione o il rimborso delle note per bilanciare la valutazione di mercato dell'ETN. Questo potrebbe comportare rischi più elevati rispetto agli ETF, i quali, essendo fondi, sono generalmente più protetti contro le fluttuazioni di mercato e meno vulnerabili a manipolazioni o errori nella valutazione.
Gli ETF sono costruiti in modo da detenere fisicamente gli asset, che siano azioni, obbligazioni o altre risorse. Ciò significa che se un ETF traccia un indice, l’ETF possiede effettivamente una porzione di tutti i titoli che compongono quell’indice, conferendo maggiore stabilità e sicurezza all’investitore. Inoltre, gli ETF sono generalmente soggetti a una regolamentazione rigorosa, il che offre una protezione aggiuntiva.
Al contrario, gli ETN sono titoli di debito emessi da istituzioni finanziarie. Ciò implica che, sebbene l’ETN possa essere teoricamente legato a un indice, il rischio di insolvenza dell’emittente può essere un fattore determinante. Se l'emittente dovesse incontrare difficoltà finanziarie, l’investitore rischierebbe di non ricevere il rimborso del capitale, cosa che non succederebbe con gli ETF, in quanto questi ultimi non sono legati a una singola entità emittente.
Gli ETN, pur avendo alcuni vantaggi in termini di costi di gestione (di solito inferiori rispetto agli ETF), presentano anche potenziali svantaggi dovuti alla possibilità di distorsioni nei prezzi di mercato, legati a meccanismi di emissione e rimborso che possono non rispecchiare esattamente il valore del sottostante.
Inoltre, gli ETN possono essere più flessibili nel replicare indici più complessi o nicchie di mercato, come quelli legati a criptovalute, commodity o settori specifici. Questo li rende particolarmente attraenti per gli investitori in cerca di opportunità più specializzate. Tuttavia, questo tipo di investimento comporta anche un rischio maggiore, poiché la sua performance dipende in misura maggiore dalla solvibilità dell'emittente.
È importante considerare che entrambi gli strumenti sono suscettibili alle condizioni di mercato, ma gli ETF tendono a essere più resistenti a disastri finanziari rispetto agli ETN, che, come titoli di debito, possono essere più vulnerabili a eventi esterni. Inoltre, gli investitori devono tenere a mente che, mentre gli ETF possono offrire una maggiore protezione e trasparenza, gli ETN possono essere più vantaggiosi in termini di costi iniziali e opportunità di investimento in asset più difficili da raggiungere.
Un altro elemento fondamentale che gli investitori dovrebbero comprendere è che, sebbene entrambi gli strumenti siano utilizzati per diversificare il portafoglio, la scelta tra ETF ed ETN dipende dalla propensione al rischio dell'investitore. Gli ETF possono essere la scelta preferibile per coloro che cercano sicurezza e trasparenza, mentre gli ETN sono più indicati per investitori disposti ad accettare una maggiore volatilità e rischio in cambio di una potenziale maggiore flessibilità e costi più bassi.
Per gli investitori che decidono di avventurarsi nel mondo delle criptovalute o di altre asset class emergenti, gli ETN possono risultare una via più diretta per esporsi a questi mercati, anche se a un prezzo potenzialmente più alto in termini di rischio. La loro capacità di tracciare indici complessi e nuovi mercati può offrire opportunità interessanti, ma è essenziale essere ben informati sui rischi legati alla solvibilità dell’emittente e alla struttura di mercato di ciascun ETN.
Concludendo, la scelta tra ETF ed ETN dipende fortemente dall’approccio individuale all'investimento, dalla tolleranza al rischio e dagli obiettivi a lungo termine. Gli ETF, con la loro maggiore sicurezza e stabilità, sono ideali per investitori conservatori, mentre gli ETN, con la loro flessibilità e costi inferiori, possono risultare più adatti a coloro che sono disposti a navigare mercati più rischiosi e meno regolamentati.
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