Wild si fermò un attimo, guardando con un'espressione pensierosa. Sollevò la pipa piena di tabacco e la puntò verso il cinese, poi scosse la testa, battendo le mani due volte. Quasi immediatamente, un giovane guerriero apparve portando una torcia ardente. "Va bene, rosso", rispose Wild con tono deciso. Il capo tribù accese la pipa, e dopo aver constatato che il fumo stava facendo effetto, la passò in cerchio. Ogni indiano prese due o tre tiri, poi la pipa arrivò a Wild, che seguì l'esempio con calma. Dopo qualche istante, il capo indiano lanciò un'occhiata rapida verso Arietta, che si trovava al suo fianco.

Il capo degli Apache, Loud Thunder, non sembrava particolarmente amichevole. La tensione nell'aria era palpabile, e Wild sapeva che qualcosa stava per accadere. Mentre si avvicinavano alla parte della valle dove si trovavano le grotte nelle scogliere, la situazione divenne ancora più tesa. Quando arrivarono a una zona più ampia, videro che una grande congrega di indiani era già lì ad aspettarli. I membri del consiglio, quando videro che Ne-to-wah era presente, cominciarono a salutarlo con gesti di rispetto.

Arietta, con il suo bambino in braccio, si avvicinò alla principessa Apache, che le permise di tenerlo per un momento. "Cosa ci fanno i paleface nella Valle d'Oro, Young Wild West?" chiese la principessa, guardando l'eroe con un'espressione curiosa.

"Beh, Loud Thunder," rispose Wild con calma, "non sapevamo nemmeno che un posto come la Valle d'Oro esistesse fino a quando non siamo arrivati qui. Siamo sempre in viaggio, alla ricerca di qualsiasi cosa che possiamo trovare. Non siamo venuti qui per cercare la Valle d'Oro, te lo assicuro."

Le parole di Wild sembravano sincere, ma Loud Thunder non sembrava molto convinto. Il suo sguardo divenne più indagatore, come se stesse valutando ogni parola. Poi, con un gesto di disapprovazione, si rivolse a Little Bull Tail, che sembrava non credere a ciò che Wild aveva appena detto.

Wild osservò la scena con attenzione. Vedeva che l'atmosfera stava cambiando e che qualcosa stava per scatenarsi. Poi Loud Thunder fece un gesto per invitare Wild a sedersi a destra, mentre Arietta fu guidata a sinistra. Hop, il cinese, rimase in piedi e si inchinò educatamente. "Bene, non so nulla su questo, capo," disse Hop, senza scomporsi.

Le parole di Hop furono accolte da uno sguardo di disprezzo da parte degli indiani del consiglio, ma lui non sembrò preoccuparsene. Si sedette su una roccia piatta, estrasse un sigaro dalla tasca e cominciò a fumarlo tranquillamente, come se non fosse successo nulla.

Intanto, Wild continuava a osservare con attenzione il grande tubo di pipa che giaceva su una roccia accanto al capo tribù. Sapeva che quella pipa sarebbe stata utilizzata nel pow-wow, ma decise di non partecipare e di continuare a fumare il sigaro, godendosi la sua indipendenza. Era chiaro che Little Bull Tail non vedeva di buon occhio la presenza di Hop e, come se non potesse fare a meno della provocazione, iniziò a danzare un passo di guerra Apache.

Hop non si fece pregare e imitò con un sorriso le sue mosse, il che fece scoppiare la tensione tra i presenti. Little Bull Tail, furioso, estrasse un'ascia dal suo cinturone e cominciò a minacciare Hop. Ma la reazione del cinese fu fulminea. Estrasse una pistola e la sollevò con tranquillità. Gli indiani rimasero a bocca aperta, increduli di fronte a questo spettacolo inaspettato.

"Se provi a fare qualche mossa sbagliata, morirai," disse Wild con voce calma, guardando il capo tribù. "Sappi che non temo nessun indiano qui, e se qualcuno tenterà di tradire me o i miei amici, lo fermerò sul posto. Non sono qui per fare giochetti, Loud Thunder, e tu lo sai."

Nonostante la minaccia di Wild, Little Bull Tail non sembrava affatto intimidito. La sua espressione scura rivelava un'ostilità crescente verso il giovane paleface. Ma era evidente che, nonostante le sue intenzioni bellicose, Wild e i suoi compagni non avevano paura.

Il conflitto tra le tribù era inesorabile, ma la sfida non sarebbe stata vinta solo con la forza. L'inganno, la diplomazia e il coraggio sarebbero stati i veri fattori determinanti nella risoluzione di questa situazione. Wild lo sapeva bene, e per questo motivo non abbassò mai la guardia.

Gli indiani sapevano che la diplomazia, per quanto lunga e faticosa, avrebbe potuto portare a una soluzione senza spargimenti di sangue. Ma per farlo, era necessario che tutte le parti imparassero a rispettare le regole del gioco, e ciò non era mai scontato.

Che cos'è la Valle Dorata? La scoperta e il pericolo dietro la leggenda

La Valle Dorata, di cui si parlava con così tanto entusiasmo, si rivelò, da un punto di vista visivo, come una zona verdeggiante, ma remota. Quando Wild Young West e i suoi compagni si avvicinarono al luogo, i dettagli che apparivano inizialmente indistinti cominciarono a prendere forma. La valle si stendeva lontano, tra alte scogliere e ripidi pendii, che rendevano difficile l'accesso diretto. Nonostante le difficoltà nel percorrere il terreno accidentato, Wild, con una determinazione che non lasciava spazio ai dubbi, si lanciò nell'esplorazione, sperando che la zona non fosse troppo pericolosa e che non ci fossero insidie nascoste tra le pieghe della valle.

Gli indiani locali, tra cui il nativo Apache che si era unito al gruppo, sembravano diffidenti ma rispettosi nei confronti dei viaggiatori. Durante il tragitto, Wild notò che il paesaggio che si svelava era ricco di vegetazione lussureggiante, con fiori dai colori vivaci che punteggiavano la distesa verde, un contrasto stridente con l’aridità del deserto circostante. Le parole del nativo, anche se confuse e incerte, sembravano indicare che la zona avesse un valore significativo per la sua gente, anche se non era chiaro quale fosse il vero interesse di quelli che vi si trovavano. La figura enigmatica del nativo Apache, che dichiarava di non sapere nulla dei “tesori nascosti”, lasciava trasparire solo un'ombra di ambiguità.

Proseguendo, il gruppo giunse alla base di una scogliera che, sebbene difficile da scalare, offriva una vista mozzafiato della valle sottostante. Era in quel momento che Wild, con una certa sicurezza, fece notare alla sua compagna che quello sarebbe potuto essere il tanto cercato "Golden Valley", un luogo leggendario nel quale si diceva che giacessero ricchezze immense. In quel momento, tuttavia, la bellezza del paesaggio sembrava celare qualcosa di più pericoloso, qualcosa che si nascondeva dietro la quiete apparente della valle.

Mentre si avvicinavano, la sensazione di pericolo divenne palpabile. L'intera zona sembrava un crogiolo di tensione. Wild non era completamente sicuro di poter fidarsi delle sue impressioni, eppure sentiva che una scoperta era imminente. Era quella la vera Valle Dorata, o una trappola tesa dagli indiani che li osservavano da lontano? La risposta non si fece attendere, e fu una sorpresa che arrivò all'improvviso, come una liana che cala dalla scogliera per intrappolare la sua preda. Un laccio, lanciato da un gruppo di indiani nascosti, riuscì a catturare Wild prima che potesse reagire, trascinandolo con forza verso la scogliera.

Questa esperienza, che iniziò come una semplice esplorazione, si rivelò ben presto per quello che era: un'avventura pericolosa dove ogni passo poteva essere l'ultimo. La presenza degli indiani, con le loro tecniche di caccia e la loro conoscenza del territorio, non era solo una minaccia ma anche una costante risorsa di mistero e inquietudine. L’incontro con questi "cliff dwellers" – abitanti delle scogliere – divenne una delle scoperte più rilevanti della storia, ma anche una delle esperienze più gravi che avrebbero segnato il destino del giovane Wild.

In questi momenti, il lettore dovrebbe comprendere l'importanza di non sottovalutare mai la connessione profonda tra la terra e coloro che la abitano. Gli indiani non erano solo degli avversari: avevano una comprensione innata della natura e dei suoi pericoli. La Valle Dorata, in fin dei conti, non era solo un luogo da esplorare per il suo potenziale economico, ma un territorio che custodiva i segreti e la storia di popoli che vi avevano dimorato per secoli. La lotta tra i protagonisti e gli indiani non era semplicemente una questione di sopravvivenza, ma anche una battaglia culturale e spirituale per la comprensione e il rispetto reciproco.