Il disegno al carboncino, nella sua apparente semplicità, è uno degli strumenti più efficaci per trasmettere profondità, volume e atmosfera. L’illusione della distanza nello spazio si ottiene attraverso una raffinata comprensione della prospettiva aerea, una gestione stratificata dei toni e un controllo assoluto sulle variazioni del segno. Gli oggetti più vicini si distinguono per maggiore nitidezza, dimensioni e contrasto tonale; quelli lontani si dissolvono in una foschia visiva, diventando più pallidi, meno distinti, sovrapposti in piani progressivi che guidano l’occhio nello spazio.

Nel piano medio, i contrasti tra luci e ombre si fanno più vari, ma meno decisi rispetto al primo piano. Le luci si mantengono più scure rispetto a quelle in primo piano, e le ombre più chiare. Questi passaggi tonali, se sapientemente modulati, suggeriscono non solo la distanza ma anche la presenza atmosferica. L'effetto può essere accentuato fino all'artificio, con elementi sovrapposti e contrasti ridotti per sottolineare la gerarchia spaziale.

Nel primo piano si collocano le informazioni più dense e le forme più articolate. I dettagli emergono con chiarezza: le trame, le superfici, la direzione della luce si fanno esplicite. È qui che si concentrano le zone di bianco più puro e le ombre più profonde. La carta stessa partecipa al processo: il bianco lasciato emergere diventa luce vera, e il nero stratificato, profondità tattile.

Il carboncino, per sua natura friabile, si presta al gioco delle sovrapposizioni. Tuttavia, ogni nuovo strato tende a rimuovere parzialmente il precedente. È dunque indispensabile usare una carta con una “tooth” marcata — una superficie irregolare capace di trattenere il pigmento — e applicare fissativi tra uno strato e l’altro. Questo approccio consente di costruire neri profondi, campiture ricche e ombre vibranti.

Nel disegno di stoffe drappeggiate, osservare come la luce naturale si muove attraverso i volumi diventa un esercizio fondamentale. Il chiaroscuro qui non è mai uniforme: i piani più esposti si accendono, le pieghe profonde si saturano di tono. Si parte da uno schizzo lineare leggero, per poi costruire progressivamente le masse tonali. Ogni passaggio richiede asciugatura e fissaggio, consolidando la struttura visiva senza sacrificare la morbidezza del tratto.

Nei toni medi si lavora con maggiore decisione, marcando le direzioni delle pieghe, mettendo in risalto i volumi interni e accentuando la tridimensionalità. Solo alla fine si inseriscono i toni più scuri, con carboncino ben appuntito, affinando i dettagli e chiarendo i bordi tra luce e ombra. L’ultimo strato di fissativo suggella la composizione.

Nel ritratto dal vero, si entra in una dimensione diversa: quella della percezione sensibile della forma e del carattere. I lineamenti non si costruiscono attraverso simboli visivi appresi, ma tramite l’osservazione analitica delle ombre, delle proporzioni e delle transizioni tonali. Si comincia con le masse fondamentali: la struttura cranica, il collo, la relazione tra occhi, naso e bocca. Non si disegna un volto: si disegnano superfici, piani, curvature.

La matita di carboncino tenuta sciolta consente di cogliere il ritmo del volto. Le ombre si bloccano con il lato della punta, le luci si risparmiano, i contorni si suggeriscono più che si tracciano. L’attenzione si concentra sulle forme oscure, non sulle linee. L’iris viene indicato, ma la pupilla si lascia per ultima. La bocca si costruisce dal centro verso l’esterno. Ogni parte serve da punto di riferimento per ridefinire la struttura complessiva, in un processo che è tanto di costruzione quanto di correzione.

Infine, il disegno atmosferico raggiunge il suo apice nella creazione di ambienti dove la luce domina la narrazione. Una fonte luminosa netta, come nel cinema o nella fotografia in bianco e nero, può trasformar

Come funziona il colore puntinista e la miscelazione ottica nei pastelli colorati

La tecnica del pointillisme, sviluppata dagli Impressionisti, si basa su un principio fondamentale: mescolare i colori non fisicamente sulla tavolozza o sovrapponendoli, ma otticamente, cioè facendo sì che l’occhio dello spettatore li combini visivamente. Questo si ottiene applicando tratti o puntini di colori puri affiancati, in modo che il cervello percepisca un colore più intenso e vibrante rispetto a quanto si potrebbe ottenere con la semplice sovrapposizione. Ad esempio, accostando colori complementari, si creano tonalità secondarie più brillanti e pulite, più efficaci rispetto alla mescolanza tradizionale.

Nel disegno dal vero, come in uno studio di figura, questo metodo permette di ottenere una gamma tonale ricca e coerente. Utilizzando colori vicini ai primari, ma con calore e terrosità, è possibile costruire luci e ombre con maggiore profondità. L’uso di linee verticali, per esempio con ocra gialla come tono base, definisce la forma e assicura coerenza all’immagine, mentre la densità delle linee regola le aree di ombra e luce. L’ottica del punto e del tratto crea una continuità spaziale, dove i colori sembrano occupare lo stesso piano, dando vita a un’immagine vibrante e omogenea.

L’aggiunta di altri colori, come il terracotta per le tonalità calde e l’oltremare per le ombre fredde, permette di modulare il volume e suggerire profondità spaziale. La carta non coperta funziona come riflesso di luce, aumentando la brillantezza e conferendo un’ariosità al disegno. La sovrapposizione ottica dei colori caldi e freddi non solo aiuta a definire il volume, ma anche a suggerire la posizione degli elementi nello spazio, con i toni caldi che avanzano e quelli freddi che si ritirano.

Il concetto di temperatura del colore è fondamentale per comprendere come i colori interagiscono nella percezione visiva. I colori caldi (rossi, arancioni, gialli) tendono a "venire avanti" nell’immagine, mentre i colori freddi (blu, verdi) sembrano "ritirarsi". Tuttavia, questa qualità è relativa e dipende sempre dai colori circostanti. Un blu come il cobalto può apparire freddo accostato a gialli caldi, ma potrebbe sembrare caldo in confronto a un blu più verdastro come il ceruleo. Questa relatività richiede attenzione nella scelta e nell’accostamento dei colori, soprattutto quando si vuole suggerire una particolare stagione o atmosfera luminosa.

Il controllo della saturazione attraverso l’uso di colori complementari è un’altra tecnica raffinata per modellare la profondità e la tridimensionalità. Sovrapponendo coppie di colori opposti, si può smorzare la saturazione per ottenere grigi neutri, utili per rappresentare le variazioni di luce e ombra più realistiche. Questa modulazione della vividezza cromatica permette di creare effetti di profondità, distanza e forma più credibili, mentre i colori saturi sembrano emergere in primo piano e quelli smorzati retrocedere.

Quando si lavora con i pastelli colorati, è importante considerare non solo il colore in sé ma anche la texture del tratto, la direzione delle linee e la densità del segno, perché tutti questi fattori influenzano la percezione finale del colore e della forma. La tecnica della mescolanza ottica richiede pazienza e precisione, ma consente di ottenere risultati vibranti e dinamici, con una profondità cromatica che supera quella delle mescolanze tradizionali.

È fondamentale inoltre ricordare che la luce naturale e quella artificiale influenzano profondamente la percezione dei colori in un’immagine. I cambiamenti di temperatura della luce richiedono un’attenta selezione dei toni per trasmettere fedelmente l’atmosfera desiderata. Anche il valore tonale e la scelta delle ombre devono essere modulati per mantenere la coerenza cromatica e spaziale.

La comprensione profonda di queste tecniche apre la strada a un uso consapevole del colore, non solo come elemento decorativo ma come strumento espressivo capace di costruire realtà visive complesse e suggestive.

Come scegliere e utilizzare i pastelli: superfici, fissativi e tecniche per risultati duraturi e vibranti

I pastelli a olio, realizzati in bastoncini cilindrici di pigmento legati con cera e olio, presentano una consistenza unica, simile alla pittura. A differenza dei pastelli tradizionali, non producono polvere, ma possono comunque sporcare; è quindi utile avere a portata di mano dei panni di carta per pulire le dita e i pastelli stessi durante l’uso. Sebbene i pastelli a olio non richiedano fissativi, l’uso leggero di questi ultimi in un’area ben ventilata può proteggere e preservare l’opera, ricordando però che tendono a scurire i colori.

Per i pastelli morbidi e duri, invece, la protezione è essenziale. Nonostante i pigmenti siano legati, possono facilmente staccarsi o sfregarsi, perciò si raccomanda l’uso di un fissativo, soprattutto quando si lavora su superfici meno ruvide come la carta da lucido o la carta sabbiata senza acidi. I fissativi, applicati tramite spray, impediscono che il pigmento si disperda e facilitano la conservazione del disegno, che idealmente dovrebbe essere incorniciato dietro vetro per proteggerlo dalla polvere e dai danni ambientali. La necessità e la frequenza di fissaggio dipendono dalla natura del supporto scelto.

La scelta della superficie su cui lavorare è cruciale: i pastelli sono materiali teneri e necessitano di un “dente” adeguato per trattenere il pigmento. La consistenza e la granulometria della carta o del supporto influenzano profondamente il risultato finale. Si trovano in commercio carte specifiche per pastelli, caratterizzate da superfici sabbiate o leggermente abrasive, disponibili in vari formati, pesi e colori. La possibilità di lavorare su supporti non convenzionali come il legno, opportunamente preparato, permette ulteriori sperimentazioni. Inoltre, esistono carte colorate che offrono una base cromatica che può influenzare la resa e l’atmosfera del disegno, da toni neutri e delicati a colori intensi come rossi o blu.

I pastelli morbidi e duri presentano sfumature di consistenza e durezza che variano a seconda del produttore; con l’esperienza l’artista imparerà a riconoscere le qualità e le marche più adatte al proprio stile. Nella pratica si combinano spesso pastelli morbidi per stesure e sfumature con quelli duri per dettagli e linee definite, ottenendo una ricchezza di effetti e un’espressività cromatica notevole.

L’applicazione del fissativo può andare oltre la semplice protezione: usato creativamente, diventa uno strumento per modificare la tonalità e l’intensità dei colori, permettendo effetti di ombreggiatura e profondità. Tecniche come tratteggio e tratteggio incrociato si combinano con l’uso del fissativo per creare superfici animate e vibranti. La stratificazione di colori con diverse tonalità—chiare, medie e scure—caricando il supporto senza fondere completamente i pigmenti, genera una ricchezza visiva e una complessità cromatica che conferisce dinamismo al disegno.

Il processo di preparazione del supporto con primer come gesso o terre sabbiate permette di adattare superfici lisce e piane a un uso ottimale con i pastelli, garantendo una presa migliore e una maggiore durata dell’opera. Esistono carte con diversi gradi di granulosità che influenzano la resa del colore e la facilità di lavorazione; la scelta del grado più adatto è personale e dipende dal tipo di espressione artistica desiderata.

È importante anche considerare la grammatura della carta: supporti troppo sottili potrebbero deformarsi o non reggere bene le stratificazioni di pigmento, mentre carte più pesanti offrono stabilità e robustezza. Alcune carte richiedono di essere tese prima dell’uso, un passaggio che non va trascurato per evitare deformazioni nel tempo.

La protezione e la conservazione delle opere realizzate con pastelli richiedono attenzione e accorgimenti specifici: oltre all’uso di fissativi e cornici con vetro, è opportuno interporre fogli di carta velina o simili tra i fogli di un blocco per evitare sfregamenti e dispersione del pigmento. Il disegno con pastelli è un’arte che vive nel fragile equilibrio tra materia e colore, tra fisicità e immaterialità, ed è per questo che la cura del supporto, la scelta del tipo di pastello e l’uso corretto del fissativo diventano elementi imprescindibili per il successo e la durabilità dell’opera.

L’esperienza dell’artista nell’uso dei diversi tipi di pastelli e superfici, unita a una conoscenza approfondita delle proprietà chimiche e fisiche dei materiali, permette di ampliare il vocabolario espressivo e di affrontare con sicurezza le molteplici possibilità tecniche offerte da questo medium, da quelle più delicate e sfumate a quelle più audaci e materiche.

Come si cattura la complessità dell’acqua in movimento e delle acque calme attraverso la tecnica pastello?

L’acqua è una delle superfici più complesse da rappresentare artisticamente, poiché si presenta in molteplici forme e comportamenti, dalla quiete di uno specchio d’acqua alla turbolenza di onde mosse dal vento o dal passaggio di imbarcazioni. La varietà di condizioni – la luce, la direzione, il momento della giornata, il tempo atmosferico e le correnti – influenza profondamente i colori, le forme e i riflessi visibili sulla superficie dell’acqua. Perciò, la capacità di osservare attentamente questi elementi diventa fondamentale per chi desidera trasmettere la verità di queste superfici nei propri lavori.

Le acque ferme, quasi specchiate, riflettono con chiarezza i contorni e i colori degli elementi circostanti, sebbene con tonalità spesso più attenuate e leggermente sfocate. Questi riflessi netti e le forme solide che li accompagnano devono essere posizionati all’inizio dell’opera con segni larghi e sciolti, che suggeriscano energia e movimento senza indugiare nei dettagli, conservando un’impressione complessiva più che una precisione fotografica. Su un fondo nero, l’utilizzo di colori intensi, pieni e vibranti si rivela particolarmente efficace per ricreare l’intensità luminosa e cromatica dell’acqua.

Quando la superficie è leggermente increspata da una brezza o dal passaggio di un oggetto, i riflessi si deformano e si rifrangono, diventando meno nitidi ma ancora percepibili. Le linee morbide e le pennellate sfumate o strascicate (“scumbling”) sono le tecniche ideali per rendere l’effetto di un’acqua agitata che conserva tuttavia una sua trasparenza e leggerezza cromatica. Questi segni devono seguire la direzione delle onde e delle correnti, valorizzando i contrasti tra luce e ombra che si creano sulla superficie irregolare.

Nel caso di superfici fortemente disturbate da onde e increspature, i riflessi possono scomparire del tutto in alcune zone, lasciando spazio alla percezione di colori e luci rifratte che emergono dalla massa stessa dell’acqua. Qui la sovrapposizione di velature scumate, ottenute con pastelli morbidi e traslucidi, aiuta a ricreare la profondità e il movimento interno del liquido, catturandone la mutevolezza e l’energia.

Per ottenere risultati convincenti, è indispensabile lavorare a strati, partendo da una base di colori locali ben posizionati e procedendo con applicazioni successive di toni medi, luci e ombre, fissando ogni strato con un fissativo per mantenere la trasparenza e la luminosità delle sovrapposizioni. L’uso sapiente di pennellate laterali o verticali, coordinate alla direzione delle onde e delle correnti, dà ritmo e coerenza alla rappresentazione.

Le acque calme e profonde offrono uno spettacolo di riflessi limpidi e dettagliati, spesso con forti contrasti tra zone illuminate e ombreggiate. In queste condizioni, le tonalità più calde si trovano spesso in primo piano, mentre i toni freddi occupano lo sfondo, accentuando l’effetto di profondità. L’attenzione al posizionamento delle ombre, alla varietà cromatica e alla sovrapposizione di pennellate con direzioni diverse permette di ottenere un’illusione di tridimensionalità e di trasparenza. Aggiungere dettagli come punti luce, bagliori e riflessi spezzati con pastelli più chiari e caldi rafforza la vitalità della scena, contribuendo a rappresentare la complessità delle superfici liquide.

Inoltre, è importante sottolineare che l’approccio più efficace alla rappresentazione dell’acqua non è quello di tentare una riproduzione fotorealistica, ma piuttosto di cogliere e tradurre le impressioni visive più significative: i movimenti della luce, la molteplicità dei toni, la trasformazione continua delle forme. La semplificazione e l’interpretazione, soprattutto nelle rappresentazioni più astratte o stilizzate, permettono di esplorare nuove possibilità espressive e di scoprire le forme sottostanti, i contrasti di valore e il ritmo cromatico che definiscono ogni paesaggio acquatico.

L’osservazione attenta e paziente delle superfici d’acqua in diversi momenti e condizioni, unita a una tecnica di stratificazione e sovrapposizione di colori ben calibrata, permette di ottenere disegni e dipinti ricchi di vita e profondità, capaci di evocare la mutevolezza e la suggestione di questo elemento così dinamico e affascinante.

La conoscenza delle variazioni di luce e colore legate all’ambiente, la padronanza delle tecniche di sfumatura e di fissaggio, e la sensibilità verso la composizione cromatica rappresentano gli strumenti fondamentali per trasporre in arte l’infinita complessità dell’acqua, sia essa calma o in movimento. Solo comprendendo questi aspetti si può arrivare a cogliere e trasmettere quella vitalità sottile che rende ogni superficie acquatica unica.

Come si creano e si gestiscono i toni della pelle con matite colorate e pastelli

La resa dei toni della pelle in disegno rappresenta una sfida complessa che richiede una padronanza approfondita delle tecniche di stratificazione e della gestione della luce e del colore. Nel contesto delle matite colorate, l’approccio alla pelle passa attraverso la costruzione progressiva di strati sottili, applicando glasse leggere che modulano la tonalità e la trasparenza, creando così un effetto di profondità e naturalezza. L’uso della matita colorata permette di variare la pressione e il tratto, sfruttando anche tecniche come il tratteggio incrociato (crosshatching) e lo sfregamento per raggiungere gradazioni morbide o più marcate, in base al tipo di pelle rappresentata.

Le tonalità olivastre, ad esempio, richiedono una particolare attenzione nell’equilibrio tra colori caldi e freddi, spesso combinando diverse sfumature di marrone, verde, giallo e rosso, senza trascurare la luce che definisce i volumi e la tridimensionalità. Le pellicole di colore (glazing) in matita colorata consentono di modulare queste sfumature con precisione, intervenendo con ulteriori passaggi sottili per regolare il valore tonale e la saturazione, mantenendo la trasparenza che caratterizza la pelle naturale.

Nel lavoro con i pastelli, invece, l’approccio cambia leggermente a causa della natura più morbida e opaca del medium. I pastelli richiedono l’uso attento di carte con specifiche texture, spesso abrasive (sanded paper o textured paper), che trattengono il pigmento e ne permettono la sovrapposizione senza perdere definizione. La stratificazione in pastello si concentra sulla costruzione di masse cromatiche, sfruttando la capacità del medium di fondere colori direttamente sulla superficie mediante sfumature o velature (glazing) con l’ausilio di fissativi per consolidare il lavoro. Il pastello si presta particolarmente alla resa delle transizioni morbide, come le ombre delicate e le sfumature di rosso e rosa sulle guance, conferendo un senso tattile e corporeo al disegno.

L’uso della gomma per disegnare, tanto con le matite colorate quanto con i pastelli, permette di recuperare luci e definire dettagli delicati come riflessi e punti di luce naturale sulla pelle, restituendo dinamismo e vitalità. Inoltre, l’impiego di tecniche miste, combinando penna e inchiostro con matite e pastelli, arricchisce la rappresentazione con linee di contorno precise e variazioni di texture, esaltando la struttura tridimensionale del volto.

È essenziale comprendere che la percezione della pelle dipende fortemente dalla luce e dall’ambiente cromatico circostante. L’utilizzo di carte colorate di tono medio o leggermente tonalizzate può influenzare notevolmente il risultato finale, agevolando la resa dei toni medi e facilitando la gestione delle ombre senza dover costruire tutto il valore tonale da zero. La scelta del supporto è quindi strategica e va calibrata in base al soggetto e al medium.

Il disegno realistico dei toni della pelle non è solo una questione di colori ma anche di costruzione del volume mediante variazioni di valore e densità del segno. La conoscenza approfondita delle tecniche di tratteggio, sfumatura, sovrapposizione e cancellazione permette di creare un’illusione convincente di materia viva, capace di trasmettere non solo la forma ma anche l’atmosfera emotiva del soggetto.

È inoltre importante considerare il ruolo del fissativo, che stabilizza e protegge il lavoro, soprattutto nei pastelli, dove la fragilità del pigmento è più evidente. L’applicazione del fissativo deve essere calibrata per evitare alterazioni cromatiche e perdite di intensità.

In sintesi, la padronanza dei toni della pelle con matite colorate e pastelli si basa su una combinazione di tecniche di stratificazione, gestione della luce e dell’ombra, scelta accurata del supporto e uso sapiente degli strumenti di disegno e correzione. Solo attraverso l’armonizzazione di questi elementi si può ottenere una resa realistica e vibrante della pelle, capace di esprimere sia la materialità che la vitalità del soggetto.

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