La musica è sempre stata una delle esperienze più complesse e emozionali che un individuo possa vivere. Rispetto ad altre forme di intrattenimento come i video, la musica offre una dimensione performativa e coinvolgente che va oltre il semplice ascolto passivo. Ascoltare una canzone non è solo un atto di consumo, ma un’esperienza che può trasformarsi in canto, ballo o anche ricordo di momenti significativi. Pensa a come riascoltiamo ripetutamente una canzone che ci fa sentire qualcosa, magari anche a livello emotivo o nostalgico. La musica ha anche una dimensione sociale, condividiamo playlist, consigliamo canzoni, le ascoltiamo insieme a qualcuno. Tutto questo non accade quando guardiamo un film, ad esempio. Le persone vogliono di più dalla loro esperienza musicale: vogliono l'opportunità di essere parte attiva e non solo spettatori passivi.

Spotify ha capito questo bisogno, e per questo motivo ha evoluto la propria piattaforma da una semplice libreria musicale a un ambiente ricco di funzionalità che mirano a rendere l’esperienza di ascolto il più coinvolgente e complessa possibile. Dalla creazione di playlist tematiche a quella di una playlist personale curata dall’intelligenza artificiale, la piattaforma ha continuamente aggiunto nuovi livelli di interazione e complessità. Così facendo, ha risposto alla domanda crescente di un'esperienza che non fosse solo una serie di canzoni riprodotte in ordine casuale, ma qualcosa di più ricco, che permettesse agli utenti di esplorare la musica in modi nuovi e personali.

Questa stessa idea di “complessità” si applica anche al design dei prodotti e dei servizi. Quando un prodotto non soddisfa appieno le aspettative degli utenti, è necessario aggiungere un livello di complessità che renda l'esperienza più interessante e coinvolgente. Ci sono diverse strategie che possono essere utilizzate per aggiungere tale complessità al design, rendendo l’esperienza utente più arricchente e stimolante. Ecco quattro strategie fondamentali per ottenere questo risultato:

1. Il potere del centro
La teoria del “potere del centro”, proposta dal psicologo Rudolf Arnheim, si basa sull'idea che gli elementi visivi centrali in un’opera siano quelli che catturano maggiormente l’attenzione. Un design efficace si costruisce attorno a questi “centri” visivi, che forniscono struttura e coerenza a tutto il contenuto visivo. Prendiamo l'esempio di un’opera come La Notte Stellata di Van Gogh: il movimento dinamico che percepiamo deriva dall'interazione tra il vortice centrale e la luna brillante, entrambi posizionati a diverse altezze, ma che insieme creano un effetto di movimento e profondità. Allo stesso modo, un’interfaccia utente può beneficiare dell’uso di centri visivi per guidare l’attenzione dell’utente e rendere l’interazione più fluida e intuitiva. Prendendo come esempio il pannello di controllo di un forno a microonde, possiamo notare come l’aggiunta di una manopola, che diventa un elemento centrale, bilancia l'interfaccia e aiuta l’utente a orientarsi facilmente tra i vari comandi. La creazione di centri visivi in uno spazio o in un design di servizio ha lo stesso effetto: guida l’utente, facilita il flusso e rende il layout esteticamente più piacevole e funzionale.

2. Sottolineare

Un altro approccio per aggiungere complessità a un design è quello di enfatizzare certi elementi. La novità e l'originalità possono essere introdotte rendendo alcune componenti del design più estreme, più audaci, o semplicemente più inaspettate. Questo non solo cattura l'attenzione dell’utente, ma stimola anche l’interesse e l'intrigo. Ad esempio, un’interfaccia che enfatizza un particolare elemento visivo in modo che risalti in modo netto rispetto agli altri, non solo migliora l'estetica, ma rende anche l’esperienza più stimolante e coinvolgente. La differenza tra un design ordinario e uno che ha saputo enfatizzare correttamente certi aspetti è come il giorno e la notte.

3. Remix
Il concetto di remix è basato sulla rielaborazione e combinazione di idee ed elementi già esistenti in modi nuovi e creativi. Questo approccio consente di dare nuova vita a un prodotto o servizio, spesso creando un’esperienza che non era mai stata pensata prima. Immagina di prendere elementi di design già conosciuti, ma di combinarli in un ordine o con un'idea nuova che li rende funzionali e anche intriganti. In questo modo, non solo il design diventa più complesso e interessante, ma si crea anche una narrazione che l’utente può seguire. L’elemento del “remix” rende l’esperienza più personale e unica, favorendo una maggiore connessione emotiva con l’utente.

4. Contrasto e equilibrio
La gestione delle tensioni visive è fondamentale in un design che voglia mantenere un equilibrio dinamico, ma anche stimolante. L'uso di contrasti ben ponderati tra colori, forme, dimensioni e disposizione degli elementi crea una sensazione di movimento che evita la staticità visiva. Tuttavia, è essenziale che questi contrasti siano ben bilanciati. Troppo contrasto può diventare caotico e difficile da leggere, mentre troppo equilibrio può risultare noioso. La chiave è trovare il giusto mix che renda l'interfaccia stimolante ma anche armoniosa.

Per un designer, la complessità non deve essere vista come una complicazione inutile. Al contrario, è un'opportunità per arricchire l’esperienza dell'utente, creando un legame emotivo attraverso un’interazione visiva più profonda e significativa. La musica su Spotify non è solo un insieme di tracce, ma un’esplorazione continua, un atto di scoperta e una forma di espressione personale. Lo stesso principio può essere applicato a qualsiasi altro prodotto o servizio. La complessità, quando progettata correttamente, può non solo migliorare l’esperienza, ma anche rafforzare la connessione emotiva dell’utente con il prodotto.

Come identificare il modello di business giusto per la tua impresa?

La domanda fondamentale che ogni imprenditore deve porsi quando sviluppa una nuova idea imprenditoriale è: "Dove dovrebbe concentrarsi l'enfasi del mio modello di business?" La risposta dipende dalla ricerca che hai svolto per costruire il tuo prototipo. Un approccio basato sul design centrato sull'uomo, come descritto in questo libro, fornisce un'ampia quantità di informazioni per comprendere cosa realmente desiderano e necessitano i tuoi utenti. In questo stadio, dovresti essere sicuro di sapere se i tuoi potenziali clienti hanno bisogno di una soluzione a basso costo, di maggiore comodità o di prestazioni migliori. La risposta si trova anche nella definizione della proposta di valore precedentemente discussa. L’obiettivo è aiutare i clienti a compiere "un lavoro che già stanno cercando di fare" (vedi l’esempio del frappè nel capitolo 7). Questo significa identificare un problema rilevante per loro che stanno cercando di risolvere autonomamente, ma con risultati insoddisfacenti.

La definizione proposta da Christensen può essere utilizzata anche per identificare una classificazione dei modelli di business fondamentali, usando i quattro blocchi di costruzione come criteri di classificazione (Johnson et al., 2008). Questa classificazione viene riportata nella Tabella 10.1.

Un modello di business può essere classificato in tre tipologie fondamentali, ciascuna delle quali si distingue per l'approccio con cui viene proposta la soluzione ai clienti e per i modelli di profitto associati. La prima tipologia è quella dei "solution shops", tipica delle società di consulenza. Un esempio classico è quello di una società di consulenza architettonica, il cui modello di business si basa sulla diagnosi dei problemi e sulla proposta di soluzioni personalizzate. Le risorse principali sono esperti altamente qualificati, e l’attività chiave consiste nella personalizzazione delle soluzioni in base alle esigenze specifiche del cliente. In questo caso, il pagamento avviene per il servizio fornito, e non per l’esito finale del progetto.

Il secondo tipo di modello di business è il "value-adding", tipico delle aziende di produzione, distribuzione e vendita al dettaglio. Un esempio potrebbe essere un'impresa di costruzioni che, dopo aver ricevuto un progetto da un architetto, si occupa della realizzazione fisica dell’edificio. Le risorse principali in questo caso sono i materiali da costruzione e il lavoro specializzato degli operai, mentre le attività chiave includono la gestione delle forniture e dei progetti. Il modello di profitto si basa sulla vendita del prodotto finito, con un margine derivante dalla differenza tra il costo di produzione e il prezzo di vendita.

Il terzo tipo di modello di business è quello delle "facilitated user networks". Questo modello è tipico delle piattaforme digitali che mettono in contatto domanda e offerta, come nel caso delle agenzie immobiliari o delle piattaforme di networking professionale come LinkedIn. La proposta di valore si basa sulla creazione di una rete di contatti o di una piattaforma digitale che facilita le transazioni tra utenti. I ricavi possono derivare da una commissione sulle transazioni, da abbonamenti o da pubblicità, a seconda delle dinamiche della piattaforma. Un esempio di questo modello è Uber, che si inserisce come intermediario tra chi ha bisogno di un passaggio e chi offre il servizio, guadagnando attraverso una percentuale sulla transazione.

Un’altra lezione cruciale riguarda l'importanza di scegliere e progettare il giusto modello di business prima di investire risorse significative. Innovare il modello di business non significa necessariamente reinventare il prodotto o servizio offerto, ma piuttosto trovare un modo differente di offrire una soluzione al mercato. Un esempio pratico di innovazione del modello di business è rappresentato da Better Place, che ha tentato di rivoluzionare il mercato delle auto elettriche non reinventando le auto o le batterie, ma progettando un modo diverso di distribuire l’energia per i veicoli elettrici, creando una rete di stazioni di ricarica e una struttura di scambio batterie.

Per sviluppare il proprio modello di business, è fondamentale esaminare alternative prima di prendere decisioni definitive. Questo processo dovrebbe includere brainstorming, feedback da esperti, studi sugli utenti e analisi dei benchmark di settore. La scelta del giusto modello di business dipende dalle esigenze specifiche del mercato e dai costi da sostenere. Una volta definito il modello, la sua scalabilità deve essere una priorità. È necessario riflettere su come il modello possa crescere, quali risorse critiche sono necessarie, come possano essere acquisite e implementate in maniera graduale, e se il modello consente diverse modalità di generazione del reddito.

In questo contesto, la "Business Model Canvas" rappresenta uno strumento fondamentale. Questo è un documento che aiuta gli imprenditori a visualizzare i blocchi essenziali del loro modello di business e le connessioni tra di essi. Nato dall’idea di Alex Osterwalder, questo strumento ha avuto una grande diffusione tra gli educatori di imprenditorialità e ha cambiato il modo in cui la strategia viene insegnata nelle business school. L'innovazione del modello di business si basa sull’idea che il successo di un’impresa non dipenda solo dal "cosa" si offre, ma anche dal "come" si offre. Modificare il "come" significa innovare il modello di business.

Alla base del processo di creazione di un modello di business c’è la necessità di comprendere come i singoli elementi interagiscono tra loro, come la proposta di valore si traduca in attività produttive e come questa si allinei con le risorse necessarie. Questo approccio consente agli imprenditori di esplorare diverse opzioni prima di intraprendere il percorso di realizzazione del proprio modello di business, minimizzando i rischi e aumentando le probabilità di successo.

Qual è il ruolo dell'innovazione e del fallimento nell'imprenditorialità?

L'Altair 8800, benché rudimentale, ha segnato un punto di svolta fondamentale nell'evoluzione dei computer personali. Il suo design, che escludeva uno schermo e si basava esclusivamente su luci LED e interruttori per visualizzare le risposte della macchina, appare oggi primitivo. Tuttavia, questo dispositivo ha aperto la strada alla creazione di prodotti informatici più avanzati, tra cui quelli sviluppati da Apple e Microsoft, e ha ispirato una generazione di pionieri della tecnologia. Un esempio lampante della visione pionieristica che ha caratterizzato questi innovatori è il parere inizialmente scettico di Ken Olsen, fondatore di DEC, che nel 1977 dichiarò che "non c'era alcuna ragione per cui una persona dovesse avere un computer a casa". Questa affermazione rifletteva la diffidenza generale dell'industria nei confronti dell'idea che un computer personale potesse diventare un prodotto commerciale di massa.

Tuttavia, l'innovazione non è mai stata limitata dalla visione convenzionale. Anzi, gli esempi di successo derivano spesso dall'abilità di sfidare le convenzioni, come nel caso dell'iniziativa di IKEA che ha democratizzato il design del mobile con la sua campagna “un piano per tutti”. Un altro esempio illuminante è la Slow Food Foundation, che ha cercato di preservare le tradizioni culinarie locali e di contrastare la globalizzazione della produzione alimentare attraverso un movimento che pone l'accento sul cibo genuino, di qualità, prodotto localmente.

Essere un imprenditore significa essere, prima di tutto, un "costruttore" o un "maker". Prima ancora di pensare a vendere un prodotto o a creare un business model, molti imprenditori si concentrano sul realizzare fisicamente il loro prodotto. L'esperienza di costruzione è fondamentale: fare le cose con le proprie mani e testarli concretamente è ciò che spinge molti imprenditori a dire “potrebbe funzionare”. Silicon Valley, famosa per la sua imprenditorialità da garage, è il simbolo di questa cultura di sperimentazione e perfezionamento del prodotto. Le storie di aziende come HP, Apple e Microsoft, nate in piccoli spazi, dimostrano che l'innovazione spesso nasce dall'esperienza pratica e dalla volontà di risolvere problemi concreti.

Il concetto di "fare" ha innumerevoli vantaggi. Innanzitutto, costruire qualcosa di tangibile, che funziona, fornisce un'enorme spinta morale e aumenta la fiducia in se stessi. Inoltre, fare aiuta a imparare: attraverso il processo di costruzione, si sviluppano competenze tecniche e si acquisisce una mentalità empirica che migliora la capacità di risolvere problemi. Una versione preliminare del prodotto, testata in situazioni reali con utenti reali, fornisce feedback insostituibili che non si ottengono tramite ricerche di mercato tradizionali. Il processo di costruzione di prototipi aiuta anche a entrare in contatto con comunità di maker, che sono solite condividere idee e soluzioni tra di loro.

Inoltre, per quanto il fallimento sia spesso esaltato nell'ambito imprenditoriale, non è sempre vissuto in maniera positiva. In molte culture, fallire non è semplicemente un'opportunità di apprendimento, ma un'esperienza che può comportare gravi danni morali, economici e sociali. Gli imprenditori devono, dunque, affrontare il rischio con una mentalità più scientifica. Come un ricercatore che non si limita a provare la sua ipotesi in modo casuale, ma costruisce esperimenti controllati per ridurre i rischi, anche gli imprenditori devono applicare il metodo scientifico per testare le proprie idee prima di investire tempo e risorse significative.

Il metodo scientifico, che ha rivoluzionato il mondo della scienza, può essere applicato con successo all'imprenditorialità. Esso non si limita a cercare la verità, ma prova che una determinata ipotesi regge fino al momento in cui fallisce. Ogni test che non funziona fornisce informazioni cruciali, che avvicinano l'imprenditore alla soluzione giusta. Edison, noto per i suoi numerosi fallimenti, è celebre per la frase: "Non ho fallito, ho solo trovato 10.000 modi in cui la mia idea non funziona". In pratica, ogni errore è un passo verso il miglioramento. Il successo dell’imprenditorialità dipende quindi da un continuo ciclo di tentativi, fallimenti e adattamenti.

Pertanto, l'approccio scientifico all'imprenditorialità suggerisce che il fallimento non è qualcosa da temere, ma un'opportunità di apprendimento. Tuttavia, è fondamentale che gli imprenditori non affrontino i fallimenti in modo casuale o senza una strategia. Ogni errore deve essere considerato un'opportunità di test per migliorare l'idea originale, e deve essere gestito con cautela per evitare danni irreversibili. Solo attraverso questo approccio rigoroso e analitico l'imprenditore può sperare di portare il proprio progetto al successo.

Come Creare Presentazioni Efficaci: Il Potere della Comunicazione Autentica e Mirata

Quando ci si trova di fronte alla necessità di comunicare un'idea o un prodotto, è essenziale non solo trasmettere informazioni, ma farlo in un modo che risuoni profondamente con il pubblico. La comunicazione non è mai neutra: il modo in cui scegliamo di presentare un messaggio può alterarne radicalmente l'impatto. Il medium che utilizziamo, per esempio, può influenzare la percezione e l'efficacia del nostro messaggio. Spesso, la comunicazione diventa più di una semplice trasmissione di dati; si tratta di creare un’esperienza che resti impressa nella mente e nel cuore degli ascoltatori.

Un errore comune che molti fanno durante una presentazione è associare automaticamente un messaggio a un determinato mezzo, come ad esempio le slide di PowerPoint. Quante volte abbiamo visto presentazioni caratterizzate da un elenco puntato che, anziché essere un supporto alla comprensione, diventa una distrazione? Una lista troppo lunga non solo disperde l'attenzione, ma può anche indebolire la forza di ogni singolo punto. Quando si prepara una presentazione, è fondamentale chiedersi se quel formato è davvero il migliore per comunicare il proprio messaggio. A volte, scegliere un mezzo non convenzionale, come un teaser video o un formato grafico ispirato ai videogiochi retro, può essere un modo efficace per attirare l'attenzione di un pubblico che apprezza quel tipo di estetica. Non è solo una questione di formati, ma di come questi formati possono emozionare e coinvolgere in modo unico.

Una volta scelto il formato più adatto, la struttura della presentazione gioca un ruolo cruciale nell’efficacia della comunicazione. L'idea di ridurre il contenuto a poche informazioni essenziali è fondamentale. La mente umana non è progettata per memorizzare grandi quantità di dati in modo lineare. In effetti, la ricerca suggerisce che quando si ha una lunga lista di motivi per sostenere una tesi, è più vantaggioso ridurre il numero di argomenti. Ogni elemento aggiuntivo può indebolire gli altri e aprire la strada alla critica. In questo contesto, la regola “meno è meglio” diventa una guida strategica. Ridurre il contenuto al minimo necessario, ripetere i punti chiave e organizzare il discorso in una struttura semplice sono passaggi essenziali per facilitare la comprensione e la memorizzazione. La struttura di una presentazione, infatti, dovrebbe sempre seguire tre momenti fondamentali: 1. Introduzione del messaggio; 2. Presentazione del contenuto; 3. Riepilogo finale.

Il momento dell’apertura di una presentazione è cruciale. La prima impressione conta più di quanto si pensi, e ciò che si dice nei primi minuti può determinare il tono di tutta la comunicazione. Il suo obiettivo è sollevare una domanda rilevante, stimolare la curiosità e generare un po' di suspense. La modalità di apertura può variare: si può iniziare con una citazione provocatoria, una statistica sorprendente, un video emozionante o una storia intrigante. L’importante è che, qualunque sia la tecnica scelta, essa serva a creare un legame immediato con il pubblico. Non bisogna però mai sacrificare la verità a favore dell'effetto sensazionale. Per esempio, un'apertura basata su una scoperta inaspettata, come una citazione sul passaggio delle energie rinnovabili al primo posto nelle forniture energetiche degli Stati Uniti, può creare l'impressione di un cambiamento epocale. Tuttavia, è fondamentale che i dati e le fonti siano accurati, per evitare che l’effetto di sorpresa si trasformi in una perdita di credibilità.

In seguito all'apertura, l'intero sviluppo della presentazione deve seguire una logica narrativa. Come sottolinea il consulente Simon Sinek, “Le persone non comprano ciò che fai, comprano perché lo fai.” In altre parole, non è il prodotto o l'idea in sé a fare la differenza, ma il significato che attribuiamo ad essa. Per esempio, Apple non ha mai venduto semplicemente computer; ha venduto un'idea di innovazione, sfida al sistema, e miglioramento della vita quotidiana. La vera forza di una presentazione risiede nel saper costruire una narrazione che parta dal “perché” si fa qualcosa, piuttosto che dal “cosa” o dal “come”. Questo approccio, che si riflette nella famosa strategia "why-how-what", riesce a parlare al nostro cervello emotivo e ad instaurare un legame autentico con il pubblico.

La chiave, dunque, non è solo l'efficacia della comunicazione, ma la sua autenticità. Non si tratta di manipolare il pubblico per ottenere un risultato, ma di essere genuini e sinceri. Quando una persona percepisce che un messaggio è autentico, diventa più facile che lo assorba e lo ricordi. Non bisogna mai dimenticare che la comunicazione non è un atto unidirezionale, ma un processo interattivo, in cui l’ascolto e la comprensione sono altrettanto importanti quanto la presentazione stessa.

Infine, anche se la struttura di una presentazione è importante, ciò che distingue una presentazione mediocre da una straordinaria è il modo in cui vengono trasmesse le emozioni. Non basta elencare fatti e numeri; è essenziale che il messaggio sia anche una storia che il pubblico possa vivere. Questo tipo di comunicazione ispira, motiva e, soprattutto, rimane impresso. Non bisogna mai dimenticare che dietro ogni prodotto, ogni idea, c’è una storia da raccontare. E la capacità di narrare quella storia in modo coinvolgente è ciò che rende una presentazione davvero memorabile.

L'imprenditoria guidata dal design: come l'approccio orientato all'utente favorisce l'innovazione

Nel contesto dell’imprenditoria, specialmente nelle fasi iniziali di un’impresa, un approccio incentrato sul design può fare la differenza tra il successo e il fallimento. Molti imprenditori emergenti affrontano una delle sfide più grandi: come gestire l'incertezza e i fallimenti inevitabili. La risposta potrebbe trovarsi nella filosofia del design thinking, che non solo aiuta a minimizzare i costi degli errori, ma favorisce anche l’apprendimento e la crescita, rendendo ogni piccolo passo un'opportunità per acquisire conoscenza. Quando un imprenditore adotta un approccio orientato al design, può trarre vantaggio dai piccoli successi e trasformarli in ricompense intrinseche che contrastano la frustrazione dei fallimenti. Il processo stesso di scoperta diventa una forma di gratificazione, che motiva l'imprenditore ad affrontare le difficoltà con un atteggiamento proattivo.

Un esempio emblematico di come l'ottimismo possa essere il frutto di un approccio incentrato sul design è quello di Ahmed Bouzid, fondatore di WitLingo, una compagnia che sviluppa tecnologie di riconoscimento vocale. Questo settore è fortemente influenzato dall'evoluzione tecnologica e dalle incertezze sugli sviluppi futuri. La vera difficoltà, secondo Bouzid, non sta tanto nel prevedere l'andamento tecnologico, ma nel comprendere come gli utenti interagiranno con la tecnologia stessa e quale sarà l'applicazione destinata a rivoluzionare il mercato. La sua visione positiva si radica in un processo di scoperta che pone l'utente al centro, collaborando con i primi adottanti per apprendere come la tecnologia può risolvere problemi concreti. Secondo Bouzid, la concorrenza non è il problema principale: l'imprenditore deve piuttosto confrontarsi con i propri pregiudizi, modelli mentali e assunzioni, per evitare di travisare le reali necessità degli utenti.

Questa mentalità, che mette il prodotto al centro, è essenziale per l’imprenditore che desidera avviare un'impresa di successo. Un'idea non è sufficiente; occorre costruire qualcosa che risponda effettivamente ai bisogni degli utenti, qualcosa che possa essere testato e validato. Il design thinking fornisce un metodo per trasformare un'idea in un prodotto tangibile, che può essere usato per validare ipotesi, conoscere meglio le esigenze del mercato e affrontare le limitazioni tecniche. La creazione di prototipi è uno degli strumenti più efficaci per imparare a conoscere i clienti e il mercato, riducendo al contempo i rischi legati all'incertezza.

Un altro punto fondamentale riguarda l’importanza di rimanere flessibili cognitivamente. Gli imprenditori più talentuosi non sono quelli che seguono rigidamente un modello mentale predefinito, ma quelli che riescono a adattarsi alle situazioni in continua evoluzione. La flessibilità è cruciale, sia che si tratti di pianificare un prodotto, di apprendere dai feedback degli utenti o di eseguire un'idea. Gli imprenditori devono essere disposti a sviluppare anche competenze che non rientrano nei loro punti di forza naturali, come la gestione della fattibilità per chi è maggiormente orientato all’immaginazione, o la considerazione delle emozioni per chi è più razionale. Una mente flessibile è il supporto ideale per affrontare le sfide, per elaborare piani ben strutturati e per eseguire le idee in modo efficace.

Infine, l’umiltà è un valore imprescindibile per ogni imprenditore. È fondamentale riconoscere quando un’idea non funziona o quando un’ipotesi è errata. L’ego non deve prevalere sulla missione: l’imprenditore deve essere appassionato di ciò che fa, ma senza attaccarsi in modo irrazionale alle proprie creazioni. L’obiettivo non è “dimostrare” quanto si è bravi, ma piuttosto aiutare gli altri e risolvere i loro problemi. L'umiltà permette all'imprenditore di apprendere dai propri errori e di adattarsi rapidamente a un mercato che cambia costantemente.

Il percorso dell’imprenditore guidato dal design non è facile, ma è estremamente gratificante. La capacità di apprendere velocemente, la disponibilità ad affrontare fallimenti in modo intelligente e la centralità dell'utente sono tutte caratteristiche che possono essere sviluppate e affinate, non sono qualità innate. Investire nel proprio sviluppo come imprenditore e nella creazione di prototipi per esplorare il mercato sono passaggi essenziali che ogni imprenditore dovrebbe percorrere. Quando l'approccio è centrato sul design, il fallimento non è più visto come una fine, ma come una parte integrante del processo di crescita.