Nel contesto delle radiografie in situazioni traumatiche o di emergenza, la corretta gestione del paziente e la qualità delle immagini dipendono fortemente dall’adattamento delle tecniche di posizionamento alle condizioni specifiche del paziente. Nonostante l'urgenza della situazione, è fondamentale non forzare mai il paziente a raggiungere una posizione che potrebbe aggravare il suo stato. In caso di difficoltà nel posizionamento o di immobilizzazione di una parte del corpo, è necessario procedere con delle modifiche alla tecnica radiologica, mantenendo comunque l’allineamento corretto tra il paziente, il tubo radiologico (CR) e il film o il detettore (IR).
Le prime considerazioni riguardano il tipo di dispositivo di immobilizzazione utilizzato. Ad esempio, l’immobilizzazione con una stecca in fibra di vetro (Fig. 2.67) non richiede alcuna modifica sostanziale della tecnica, ma è fondamentale l’adeguato allineamento del paziente con il tubo radiologico. In casi di ascite, che comporta un accumulo di fluido nell'addome (+50%–75%), o di effusione pleurica (+35%), il posizionamento potrebbe necessitare di un’ulteriore attenzione nell’aggiustare il kilovolt (kV) per ottenere immagini chiare. Il pneumotorace, con la presenza di aria nel cavo pleurico, comporta una riduzione del 8% della dose radiante per ottimizzare il contrasto.
Quando il paziente non è in grado di seguire le indicazioni standard di posizionamento, il tecnico radiologo deve essere pronto a modificare il posizionamento del CR e dell’IR. La regola fondamentale in questi casi è quella di non forzare mai il paziente, ma di adattare la posizione del detettore e il centro del raggio per ottenere immagini di qualità. La regolazione dell’angolo del CR e l’orientamento dell’IR sono operazioni che consentono di ottenere la stessa proiezione, anche se la posizione del paziente non è perfetta.
Nel caso in cui l'area del corpo da esaminare sia particolarmente spessa, ad esempio oltre i 10 cm, si consiglia di usare una griglia per ridurre la diffusione dei raggi X. In situazioni dove il paziente è in condizioni critiche o in immobilizzazione, una griglia a bassa densità può essere utile per ridurre gli errori di posizionamento. La corretta orientazione del CR e della griglia è cruciale per evitare artefatti nelle immagini e per ottenere una visione chiara dell'area di interesse. Per esempio, quando si eseguono proiezioni laterali del piede, è fondamentale che la superficie laterale del piede sia parallela all'IR, e il CR deve essere perpendicolare sia alla parte che al detettore.
Quando il paziente è in stato di confusione o se si tratta di un caso traumatico grave, non bisogna mai lasciarlo incustodito nella sala radiologica. Il rischio di danni aggiuntivi è alto, e un monitoraggio costante è essenziale per la sicurezza del paziente. Inoltre, in questi casi, la tecnica di esposizione deve essere sempre valutata con grande attenzione, includendo il controllo di parametri come il kV, il mAs, e la qualità dell’immagine risultante.
In tutti i casi, l'uso delle giuste protezioni radiologiche è fondamentale, in particolare con pazienti di sesso femminile, per i quali è necessario verificare sempre la possibilità di una gravidanza. La protezione durante la gestione dei pazienti in posizioni critiche (ad esempio quelli ricoverati in letto) deve essere sempre garantita, utilizzando grembiuli e guanti di piombo.
La valutazione finale delle immagini è altrettanto cruciale: il tecnico deve essere in grado di determinare se sono necessari ulteriori scatti e come modificare le impostazioni per correggere eventuali imprecisioni. La gestione tempestiva di ogni fase del processo radiologico è fondamentale per ottenere risultati accurati in situazioni di trauma.
Quando si eseguono proiezioni oblique in caso di trauma, è essenziale mantenere l’angolazione corretta tra il CR e la parte da esaminare. Per esempio, nelle proiezioni oblique interne del gomito, se il paziente non è in grado di ruotare correttamente il braccio, il tecnico deve adattare l’angolazione del CR per garantire che l'epicondilo mediale sia più distante dal tubo rispetto all'epicondilo laterale. Questo tipo di adattamento permette di ottenere una proiezione identica a quella prevista dal protocollo, senza forzare il paziente a una posizione dolorosa o impossibile.
Oltre alla corretta gestione del posizionamento, una delle sfide maggiori nelle situazioni traumatiche è l’accuratezza dell’immagine. La qualità dell'immagine radiologica può essere influenzata dalla condizione del paziente e dal tipo di trauma subito. Per esempio, nelle fratture che comportano un allineamento irregolare dei frammenti ossei, è fondamentale non solo seguire le linee guida standard per la posizione, ma anche essere in grado di adattarsi e correggere l’angolo di esposizione per ottenere immagini utili a fini diagnostici.
Come ottenere proiezioni radiografiche ottimali della mano: criteri di posizionamento e analisi degli errori comuni
La corretta esecuzione delle proiezioni radiografiche della mano richiede una precisione rigorosa nell’allineamento tra il raggio centrale (CR), il recettore d’immagine (IR) e le strutture ossee. L’errore più frequente nelle proiezioni PA della mano è la flessione delle dita, che comporta la chiusura degli spazi articolari interfalangei (IP) e carpometacarpali (CM), oltre alla foreshortening dei metacarpi (MC) e delle falangi. In questo caso, l’allineamento tra le ossa e il piano dell’IR viene alterato, rendendo l’immagine inadatta per una valutazione diagnostica precisa. Inoltre, con l’aumento della flessione, il pollice tende ad assumere una proiezione più laterale, complicando ulteriormente l’analisi anatomica.
Nell’ambito pediatrico, la proiezione PA della mano sinistra è impiegata per la valutazione dell’età ossea rispetto all’età cronologica del bambino. Quest’approccio consente di identificare discrepanze dovute a disturbi metabolici, endocrini o a terapie farmacologiche. Per un’analisi efficace, è essenziale includere nella proiezione l’intera mano, il carpo, il radio e l’ulna distali. La chiarezza delle strutture ossee in questa fase di sviluppo fornisce indicazioni preziose sull’età scheletrica del soggetto.
Errori tecnici comuni nelle proiezioni PA della mano includono rotazioni esterne o interne, che alterano la concavità dei metacarpi e la simmetria degli spazi tra le teste metacarpali. In presenza di rotazione esterna, si osserva concavità diseguale sui lati delle ossa lunghe, mentre una rotazione interna riduce la visibilità dei contorni corticali e provoca una sovrapposizione indesiderata. In entrambi i casi, la soluzione prevede la rotazione opposta della mano e il posizionamento piatto delle dita sull’IR, con estensione completa delle stesse per ottenere spazi articolari aperti.
Nelle proiezioni oblique PA, l’obliquità della mano dev’essere mantenuta intorno ai 45 gradi per garantire una rappresentazione ottimale. Se l’angolo è insufficiente, la distribuzione spaziale dei metacarpi si avvicina a quella della proiezione PA standard, riducendo l’utilità dell’immagine. Al contrario, un’eccessiva obliquità provoca sovrapposizione tra il quarto e quinto metacarpo, impedendo una corretta analisi delle articolazioni distali. La corretta separazione delle dita, senza sovrapposizione, è anch’essa cruciale: dita troppo vicine causano la sovrapposizione dei tessuti molli e delle strutture ossee, compromettendo la visibilità dei dettagli anatomici.
Il pollice, spesso trascurato nel posizionamento, merita attenzione particolare. Quando è abdotto eccessivamente, il CR va spostato verso l’articolazione MCP del secondo dito per mantenere il fascio centrato rispetto all’intera mano. Idealmente, il pollice dev’essere mantenuto vicino alla mano per permettere una collimazione trasversale più precisa e ridurre l’esposizione superflua.
Le proiezioni laterali della mano, in particolare quella "a ventaglio", offrono una rappresentazione priva di sovrapposizioni delle dita. In questa variante, le dita sono fanned, cioè separate a ventaglio, in modo che ognuna possa essere valutata singolarmente. L’efficacia di questa separazione dipende dalla mobilità del paziente e può essere facilitata dall’uso di supporti radiotrasparenti. Un metodo efficace per spiegare al paziente come ottenere questa posizione consiste nell’invitarlo a formare il gesto dell’“OK” con le dita, che poi deve essere leggermente rilasciato prima dell’esposizione per evitare foreshortening o sovrapposizioni.
Se invece le dita non sono ben separate, la proiezione risulterà sovrapposta e pertanto inadeguata per una valutazione diagnostica dettagliata. La rotazione interna o esterna della mano in proiezione laterale può essere determinata osservando la posizione dei metacarpi: se il quinto metacarpo appare anteriormente rispetto agli altri, la rotazione è esterna; se è il secondo a essere prominente anteriormente, la rotazione è interna. La corretta sovrapposizione delle diafisi metacarpali è indice di un posizionamento laterale accurato.
Le proiezioni laterali in estensione o in flessione si utilizzano in situazioni cliniche specifiche, ad esempio per la localizzazione di corpi estranei o la valutazione di fratture. In questi casi, le dita vengono mantenute insieme, causando una sovrapposizione intenzionale, ma mantenendo comunque l’allineamento osseo desiderato per gli scopi dell’indagine.
In tutti i tipi di proiezione, il principio fondamentale è che le ossa di interesse siano posizionate parallelamente all’IR e che il raggio centrale sia centrato con precisione sull’articolazione metacarpofalangea corretta. Le deviazioni da queste regole portano inevitabilmente a immagini dia
Come ottenere una proiezione AP corretta del ginocchio in posizione eretta e non eretta
La proiezione AP del ginocchio in posizione non portante di peso presenta un aspetto cruciale nella radiografia del ginocchio, soprattutto per quanto riguarda l'allineamento del raggio centrale (CR) rispetto al piatto tibiale. Quando il paziente si trova in posizione eretta e porta peso sulle ginocchia, anche se queste sembrano completamente estese, tendono a rimanere in una leggera flessione a causa della mancanza di forza gravitazionale sul ginocchio e della riduzione della flessibilità che accompagna l'invecchiamento. Questo causa un'inclinazione leggera della parte prossimale della gamba inferiore in avanti, allineando il piatto tibiale in modo perpendicolare al piano di registrazione (IR), e richiedendo che il raggio centrale sia perpendicolare per ottenere uno spazio articolare del ginocchio aperto.
Per ottenere un giunto del ginocchio aperto, indipendentemente dal grado di flessione del ginocchio e dall'inclinazione della gamba inferiore con il piano di registrazione, è necessario allineare correttamente il raggio centrale con il piatto tibiale. Un metodo efficace consiste nel regolare l'angolazione del raggio centrale di 5 gradi verso il basso, in modo che il raggio sia parallelo al piatto tibiale. Questo permette di ottenere uno spazio articolare aperto e di visualizzare parzialmente la fossa intercondiloidea, con l'entità della visualizzazione che aumenta all'aumentare dell'inclinazione del femore con il piano di registrazione, in relazione alla flessione del ginocchio.
Un angolo eccessivo del raggio centrale in direzione cefalica, invece, porta a una proiezione che non rappresenta correttamente la forma del ginocchio, con la testa del perone che appare schiacciata e distanziata oltre 1,25 cm dal piatto tibiale. Al contrario, un'insufficiente angolazione cefalica comporta una distorsione opposta, in cui la testa del perone appare allungata e si trova a meno di 1,25 cm dal piatto tibiale. In entrambe le situazioni, il corretto allineamento del raggio centrale è fondamentale per evitare distorsioni nella proiezione e garantire un'analisi accurata del ginocchio.
Per quanto riguarda le deformità valghe e variche, la valutazione del restringimento dello spazio articolare viene effettuata misurando le distanze tra la superficie condiloidea distale del femore e il margine condiloideo posteriore della tibia su ciascun lato. In una deformità valga, il compartimento laterale è più stretto di quello mediale, mentre in una deformità varica è il compartimento mediale ad essere più ristretto. La misurazione precisa di questi compartimenti è essenziale per una diagnosi precoce di restringimento articolare, che può essere più facilmente identificato quando lo spazio articolare del ginocchio è completamente aperto.
In presenza di una lussazione del ginocchio, la proiezione AP non mostrerà allineati i condili femorali e il piatto tibiale, ma l'obiettivo è ottenere una proiezione che, pur non essendo perfetta, rispetti il più possibile le linee guida per l'analisi del ginocchio. L'accuratezza nella proiezione è fondamentale per l'individuazione di problematiche specifiche, come nel caso di una misurazione imprecisa dell'angolo del raggio centrale, che può portare a una visibilità errata dello spazio articolare.
Nel caso di una proiezione AP obliqua del ginocchio, la rotazione interna ed esterna del femore deve essere controllata con attenzione. Se la rotazione interna è insufficiente, la testa del perone risulterà parzialmente sovrapposta alla tibia, mentre un'eccessiva rotazione interna porterà a una sovrapposizione eccessiva dei condili femorali. Analogamente, una rotazione insufficiente esternamente farà sì che la testa del perone non sia correttamente allineata con la tibia, mentre una rotazione esterna eccessiva comporterà il disallineamento del perone, che si troverà posteriormente rispetto alla tibia.
La visualizzazione della fossa intercondiloidea può variare in base all'inclinazione del femore con il piano di registrazione. Quando la flessione del ginocchio aumenta, la visualizzazione della fossa intercondiloidea si estende fino a 60-70 gradi, quando la fossa è completamente visibile. È importante notare che, con l'inclinazione del femore, le margini mediali e laterali della fossa intercondiloidea non saranno sovrapposti, il che può fornire informazioni preziose sulla condizione articolare.
Infine, la corretta angolazione del raggio centrale nelle proiezioni oblique del ginocchio, sia mediale che laterale, è determinante per ottenere un'immagine radiografica precisa. Un errore nell'angolazione del raggio può compromettere la visibilità dello spazio articolare e dei dettagli anatomici fondamentali per una diagnosi corretta. L'allineamento del raggio centrale con il piatto tibiale, in particolare, deve essere adattato in base alla posizione del paziente e alla tipologia di proiezione richiesta.

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