Nel corso della mia vita, ho avuto il privilegio di partecipare a numerosi programmi di scambio internazionale, sponsorizzati da istituzioni di ricerca come la NSF e la CSIR. Il mio viaggio attraverso le università e i centri di ricerca degli Stati Uniti è stato, oltre che un’esperienza professionale fondamentale, un’immersione in un universo di incontri e riflessioni. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con alcuni dei più grandi astrofisici dell’epoca, come Geoff Burbidge, Willy Fowler, Kip Thorne, Bob Wagoner, John Faulkner, e molti altri. Le conversazioni informali con queste menti brillanti sono state di grande stimolo per la mia crescita accademica e personale.

Durante il mio soggiorno alla UCSD (University of California, San Diego), abbiamo deciso di intraprendere un viaggio attraverso il Nord America con mia moglie Mangala. Partimmo da San Diego, dove trascorremmo due settimane, e poi proseguimmo lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, fino a Seattle, fermandoci in ogni angolo per osservare, riflettere e raccogliere nuove esperienze. Il viaggio si concluse con una sosta a Vancouver, dove feci una conferenza di cosmologia presso il dipartimento di Fisica e Astronomia della University of British Columbia. Fu qui che incontrai Maurice Pryce, un fisico le cui opere avevo letto con attenzione e che aveva avuto un ruolo importante nell'orientare la mia comprensione della cosmologia.

L'attraversamento del Canada in treno fu una delle esperienze più memorabili del viaggio. La traversata dai paesaggi montuosi delle Rocky Mountains fino alle pianure e ai laghi del Canada fu per me un sogno d’infanzia che si realizzava. Sin da giovane, avevo ammirato le pubblicità del Canadian Pacific Railway sulle pagine del National Geographic, sognando di un giorno viaggiare in treno attraverso quelle terre remote. E finalmente, negli anni successivi, ebbi il privilegio di realizzare quel sogno, godendo di paesaggi mozzafiato e di un’esperienza di viaggio che mi permise di riflettere a lungo sulla mia vita e sulla mia carriera.

Il soggiorno a Toronto e la conferenza al CITA (Canadian Institute for Theoretical Astrophysics) furono altre tappe importanti del viaggio. Ma, come spesso accade in questi viaggi che si intrecciano con il lavoro, ci furono momenti che cambiarono il nostro destino personale. Fu proprio a Seattle che ricevemmo la notizia dell'assassinio di Rajiv Gandhi, un evento che ci sconvolse profondamente. Quella notizia, inaspettata e tragica, ci colpì nel profondo e segnò il nostro viaggio con un’inquietante ombra di tristezza.

Il ritorno in India nel 1992 segnò l’inizio di una nuova fase della vita familiare. Le nostre figlie avevano cominciato i loro studi all’estero: Geeta a Stanford per il dottorato in biochimica e Girija a Carnegie Mellon per la scienza informatica. Questi cambiamenti, anche se segnati dalla distanza, ci spinsero a fare viaggi frequenti negli Stati Uniti e in Canada per visitarle, sempre più consapevoli della rapidità con cui il tempo passava.

Nel 1996 partecipai a una conferenza in onore di Bill Tifft, un astronomo che, come molti altri nella comunità scientifica, era impegnato a scoprire anomalie nei dati cosmologici che la maggior parte dei cosmologi tendeva a ignorare. Questi eventi, che a prima vista potevano sembrare solo una parte della routine accademica, riflettevano una continua evoluzione nel mio pensiero scientifico e personale, portandomi a riconsiderare e approfondire molte delle certezze acquisite nel corso degli anni.

Ma la vita non è solo fatta di conferenze e scoperte scientifiche. Gli eventi familiari hanno un impatto profondo sulla nostra esistenza, segnando fasi di grande felicità, ma anche di dolore e perdita. La morte di mio padre nel 1991 rappresentò un evento cruciale, segnando la fine di una guida importante nella mia vita. In quel periodo, mia madre, Tai, attraversò un periodo di solitudine e tristezza, dato che la sua routine quotidiana era sempre stata strettamente legata alla presenza di mio padre. Ma Tai trovò conforto in nuove attività, come la scrittura di memorie sulla sua vita con mio padre, attività che successivamente si trasformò in un libro intitolato "Kahani Eka Wranglerchi". Nonostante questi sforzi per riempire il vuoto lasciato dalla sua morte, la perdita di mio padre segnò un cambiamento profondo nella sua vita, che divenne sempre più segnata dalla malattia e dalla solitudine.

La sua morte nel 1997, avvenuta serenamente durante il sonno, fu un sollievo dal suo corpo sofferente. Nonostante il dolore della perdita, ciò che rimase fu una consapevolezza nuova e più acuta della fragilità della vita. La morte di entrambi i genitori mi fece capire che non avrei più avuto alcuna figura di riferimento che potesse guidarmi nei momenti di difficoltà. In un certo senso, fu come se improvvisamente fossi diventato "anziano", privo di una guida nelle difficoltà della vita quotidiana.

L’esperienza della morte dei genitori e la riflessione sul loro impatto nella mia vita familiare mi ha insegnato una lezione importante: la vita è in continua evoluzione e, anche nelle sue perdite più dolorose, essa ci offre l’opportunità di crescere e rinnovarci, riscoprendo il valore dei legami familiari e dell’autosufficienza. La memoria dei nostri cari non ci lascia mai davvero, e continua a guidarci nelle scelte che facciamo, anche quando non sono più fisicamente presenti.

Come l'Istruzione Universitaria Plasma il Pensiero e la Carriera: Le Lezioni e le Esperienze che Forgiano una Vita

La transizione dall'istruzione secondaria all'università è spesso un momento di grande cambiamento, un periodo che, seppur pieno di difficoltà, offre anche la possibilità di crescere, imparare e affinare il proprio pensiero critico. Il mio percorso attraverso il College di Banaras, un'istituzione che ha avuto un impatto significativo sulla mia formazione, è stato segnato dall'incontro con alcuni insegnanti straordinari, le cui personalità e metodi di insegnamento hanno avuto un ruolo cruciale nel definire la mia visione del mondo accademico e professionale.

Il nostro primo incontro con i professori è stato, in genere, un po' turbolento. Mr. Mathur, il nuovo insegnante di chimica, inizialmente incontrò molte difficoltà, poiché gli studenti tendono a non dare molta importanza ai docenti appena arrivati. Tuttavia, con il passare del tempo, riuscì a guadagnarsi il rispetto degli studenti grazie alla sua dedizione e alle sue capacità didattiche. Questo fenomeno è tutt’altro che raro nelle università, dove spesso il valore di un insegnante viene riconosciuto solo quando dimostra la propria competenza sul lungo periodo.

Accanto a lui, altre figure insegnanti si sono imposte nella mia esperienza universitaria, tra cui il professor Bachchan Singh, che insegnava hindi. In un curioso intreccio del destino, scoprì che era stato uno degli esaminatori che mi aveva conferito una distinzione nel mio esame di ammissione. Questa scoperta mi riempì di orgoglio, soprattutto considerando la sfida che molti studenti incontrano nell'affrontare una materia che, per molti, sembra lontana dai propri interessi. Il mio amore per la lingua hindi, che avevo imparato fin dall'infanzia, si dimostrò un'arma vincente, e continuai a ottenere ottimi risultati anche durante gli esami intermedi, dove avevo ottenuto una distinzione anche in hindi.

Durante i miei studi, tuttavia, non mancarono anche insegnamenti che non riuscirono a suscitare il mio interesse. Un esempio lampante fu il corso di "religione", che, sebbene offerto da una università definita "indù", non riuscì a stimolare in me un’autentica curiosità. Il motivo risiedeva nel fatto che il docente si soffermava su argomenti per lo più mitologici e ritualistici, tralasciando completamente la parte filosofica, che avrebbe potuto rendere la materia più coinvolgente. Questa riflessione mi porta a credere che qualsiasi corso sulla religione potrebbe diventare interessante se solo si privilegiasse l'aspetto filosofico, lasciando in secondo piano il folklore e le pratiche tradizionali.

Un altro aspetto cruciale della mia esperienza universitaria fu il passaggio dalla lingua hindi all'inglese come lingua di insegnamento. Sebbene questo cambiamento possa sembrare difficile per molti studenti, io lo affrontai con relativa facilità. Credo fermamente che l'insegnamento elementare, soprattutto per le materie scientifiche, dovrebbe avvenire nella lingua locale. Tuttavia, una volta giunti all'istruzione superiore, il passaggio all'inglese diventa non solo auspicabile ma necessario. L'inglese, infatti, è la lingua franca della scienza e della matematica, e la sua conoscenza offre un accesso diretto a una vasta gamma di risorse e a una letteratura scientifica ricca di contenuti cruciali.

Il professor Mazumdar, responsabile dei corsi di fisica e supervisore dei laboratori, è un altro dei docenti che ricordo con affetto. La sua figura imponente, sia fisicamente che intellettualmente, contribuiva a creare un'aura di rispetto intorno a lui. La sua voce potente poteva essere udita anche nei corridoi, creando una certa apprensione tra gli studenti meno sicuri di sé. Con il tempo, tuttavia, il professor Mazumdar iniziò a riconoscere i suoi studenti più brillanti, diventando più clemente nei loro confronti, il che mi permise di stabilire con lui una relazione più diretta. Questo rapporto culminò nel mio esame pratico finale, in cui, con una certa dose di ironia, il professore mi mise sotto pressione invitando l'esaminatore esterno a farmi domande difficili, certo della mia preparazione. Fortunatamente, la mia performance soddisfò le sue aspettative e mi posizionò al primo posto nell'esame finale, dove ottenni distinzioni in tutte le materie scientifiche.

Il mio periodo di studi a Banaras si è concluso con una serie di esperienze che mi hanno spinto a riflettere sul percorso accademico e sulle scelte future. Nonostante la tentazione di intraprendere la carriera in ingegneria, ho deciso di seguire la mia passione per le scienze matematiche e fisiche, optando per un corso che univa matematica, fisica e statistica. La scelta si rivelò significativa, e i miei studi in queste discipline furono accompagnati da insegnamenti che mi segnarono profondamente. Ricordo in particolare il professor Kamala Prasad Singh, il cui approccio meticoloso alla dinamica mi permise di apprezzare la bellezza della matematica. Contrariamente, il professor Babu Lal Tripathy, che insegnava con uno stile più informale, spesso ricorrendo a metafore e analogie che ricordavano un predicatore, offriva un'atmosfera di apprendimento meno rigidamente strutturata, ma comunque estremamente efficace.

A testimonianza di un'epoca passata, durante il mio corso di statistica, avevamo a disposizione calcolatrici a manovella, che sembravano delle meraviglie della tecnologia all'epoca, ma che oggi suscitano un sorriso di nostalgia. Con il tempo, l'introduzione delle macchine elettroniche di calcolo ha reso il nostro lavoro molto più semplice e preciso. La svolta tecnologica che ha segnato quegli anni è solo un piccolo esempio di come il progresso scientifico e tecnologico influenzi la nostra formazione e la nostra capacità di affrontare le sfide del mondo accademico.

Il mio percorso universitario a Banaras mi ha preparato a una carriera futura, anche se ciò che non sapevo ancora era che questa esperienza sarebbe stata la mia ultima in India. Quando arrivò il momento di intraprendere gli studi superiori, avevo già deciso di cercare un'opportunità a Cambridge, un passo che avrebbe cambiato profondamente la mia vita.

Il lettore dovrebbe riflettere su come ogni fase dell'educazione, dalla scuola alla università, contribuisca in modo unico alla formazione di un individuo, ma anche su come l’educazione possa essere un mezzo per scoprire nuove passioni e per affinare quelle già esistenti. In questo processo, la qualità degli insegnanti e l’approccio dell’istituzione sono determinanti per lo sviluppo del pensiero critico, della curiosità e della passione per il sapere, che saranno poi la base per tutte le scelte professionali future. In ogni fase della propria vita accademica, l’essenziale è non fermarsi mai nel cercare nuove opportunità di crescita, anche quando sembra che le scelte siano già fatte. La capacità di evolversi, adattarsi e approfondire continuamente le proprie conoscenze è ciò che alla fine determina il successo nel percorso di ogni persona.